In Lombardia il tasso d’abbandono scolastico è più alto che in altre Regioni italiane,
per i primi due anni di scuola superiore, la media lombarda è del 16,6% a fronte di una media italiana del 15,9% a questo dato si accompagna invece il dato inerente al tasso di occupazione che raggiunge, per gli uomini, gli obiettivi di Lisbona.
Anche per questi motivi è necessario, qui più che altrove, cogliere il nesso esistente tra investimento in sapere a tutto campo e di lungo periodo e opportunità di crescita e di sviluppo.
La Lombardia per crescere ha bisogno di allargare un’offerta formativa di qualità per tutti. Lostesso sistema delle imprese comincia a cogliere la necessità di avere personale formato e qualificato, nel senso più ampio del termine, non solo idoneo a svolgere una singola mansione, oltre che attrezzato e sostenuto nella necessità di formazione continua.
E’ necessario pensare ad un’offerta formativa non standardizzata e flessibile che sappia superare positivamente i percorsi sperimentali attivati in coerenza con la ormai superata Legge Moratti la cui impostazione seguiva un criterio di rigidità e separatezza tra istruzione e formazione.
Sostenere il nostro sistema formativo deve significare, valorizzare le scelte compiute a livello nazionale con l’innalzamento dell’obbligo di istruzione a 16 anni, pensando ad un modello a forte integrazione fra istruzione e formazione. Coerentemente con quanto sancito dal Titolo V° della Costituzione è necessario ribadire la necessità di concepire l’istruzione come bene nazionale da garantire prioritariamente a questo livello e contemporaneamente riconoscere la compartecipazione di diversi soggetti a tutti i livelli non solo nazionale e regionale.
Pensiamo ad un sistema formativo basato su collaborazione e cooperazione che abbia come fondamento il pieno riconoscimento dell’autonomia scolastica e riconosca competenze programmatorie anche a Province e Comuni.
In quest’ottica poiché non è più possibile relegare la formazione professionale a cenerentola del sistema, spesso in difficoltà per l’incertezza dei finanziamenti risulta strategico investire in questo settore, di competenza esclusiva della Regione.
La formazione professionale può e deve intervenire a tutti i livelli: prima durante e dopo l’attività professionale. Può e deve occuparsi del primo inserimento con progetti e percorsi, concordati con il livello nazionale, per poter espletare l’obbligo d’istruzione ma anche saper investire sugli interventi di aggiornamento professionale, formazione continua ed alta formazione in raccordo con il sistema d’istruzione e il sistema universitario.
Per questo è fondamentale rilanciare e sostenere la realizzazione e implementazione sul nostro territorio dei Poli formativi possibile luogo dell’eccellenza e dell’integrazione fra sistemi.
per i primi due anni di scuola superiore, la media lombarda è del 16,6% a fronte di una media italiana del 15,9% a questo dato si accompagna invece il dato inerente al tasso di occupazione che raggiunge, per gli uomini, gli obiettivi di Lisbona.
Anche per questi motivi è necessario, qui più che altrove, cogliere il nesso esistente tra investimento in sapere a tutto campo e di lungo periodo e opportunità di crescita e di sviluppo.
La Lombardia per crescere ha bisogno di allargare un’offerta formativa di qualità per tutti. Lostesso sistema delle imprese comincia a cogliere la necessità di avere personale formato e qualificato, nel senso più ampio del termine, non solo idoneo a svolgere una singola mansione, oltre che attrezzato e sostenuto nella necessità di formazione continua.
E’ necessario pensare ad un’offerta formativa non standardizzata e flessibile che sappia superare positivamente i percorsi sperimentali attivati in coerenza con la ormai superata Legge Moratti la cui impostazione seguiva un criterio di rigidità e separatezza tra istruzione e formazione.
Sostenere il nostro sistema formativo deve significare, valorizzare le scelte compiute a livello nazionale con l’innalzamento dell’obbligo di istruzione a 16 anni, pensando ad un modello a forte integrazione fra istruzione e formazione. Coerentemente con quanto sancito dal Titolo V° della Costituzione è necessario ribadire la necessità di concepire l’istruzione come bene nazionale da garantire prioritariamente a questo livello e contemporaneamente riconoscere la compartecipazione di diversi soggetti a tutti i livelli non solo nazionale e regionale.
Pensiamo ad un sistema formativo basato su collaborazione e cooperazione che abbia come fondamento il pieno riconoscimento dell’autonomia scolastica e riconosca competenze programmatorie anche a Province e Comuni.
In quest’ottica poiché non è più possibile relegare la formazione professionale a cenerentola del sistema, spesso in difficoltà per l’incertezza dei finanziamenti risulta strategico investire in questo settore, di competenza esclusiva della Regione.
La formazione professionale può e deve intervenire a tutti i livelli: prima durante e dopo l’attività professionale. Può e deve occuparsi del primo inserimento con progetti e percorsi, concordati con il livello nazionale, per poter espletare l’obbligo d’istruzione ma anche saper investire sugli interventi di aggiornamento professionale, formazione continua ed alta formazione in raccordo con il sistema d’istruzione e il sistema universitario.
Per questo è fondamentale rilanciare e sostenere la realizzazione e implementazione sul nostro territorio dei Poli formativi possibile luogo dell’eccellenza e dell’integrazione fra sistemi.